Zappa registra Wowie Zowie nel marzo del 1966, un pezzo a suo dire “…attentamente costruito per trascinare l’ascoltatore di 12 anni dalla nostra parte.“
In realtà, le liriche zappiane abbondano di riferimenti gergali tesi non tanto a ingraziarsi il pubblico ma, come al solito, a fargli il verso attraverso l’appropriarsi e il rimasticare a proprio uso e consumo di elementi genuinamente POP.
Parte da qua, con questa espressione intraducibile di sorpresa, incastonata in un’altra delle sue classiche stupid love songs, ma riproporrà il ‘trucco’ innumerevoli volte, fino alla casuale (?) apoteosi gergale di Valley Girl.
Sarà una coincidenza ma nel maggio del 1971 nasce a Londra un certo Duncan Zowie Hayward Jones, meglio conosciuto come Zowie Bowie. In un’intervista concessa un paio d’anni dopo a Fan Magazine, Uti Kooffreh si azzarda a chiedere al Duca Bianco “…cosa mai lo avesse posseduto al punto da dare al proprio primogenito il nome Zowie! Lui esitò per un po’, facendomi pensare per un momento di averlo offeso. Poi se ne uscì ridendo: “E’ stato davvero un capriccio!”, ancora ridacchiando tra sè e sè. “Zowie Bowie, era troppo bello per resistere! Se quando è vecchio abbastanza per interessarsi al suo nome non gli piace, può sempre cambiarlo, o adottare un soprannome, per me va bene!”
Indovinate un po’? Appena arrivato ai 12 anni, il rampollo Bowie decide che è meglio farsi chiamare Joey e a 18 opta per un semplice e definitivo (quanto anonimo) Duncan Jones. Quando si dice il peso della fama…
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