Podobromidrosis = una maleodorante e ripugnante traspirazione del piede. “Hai idea di quanto sia difficile scrivere una canzone che parla di una roba del genere?”, Zappa confida a Dave Perkins, redattore della rivista studentesca «Eyeopener». Ma il baffuto chitarrista va a nozze, con questo tipo di materiale e non ha difficoltà a prendere ispirazione (!) da uno spot della Mennen su uno spray espressamente dedicato a coprire i cattivi odori emessi da un piede sudato e rivestire una base musicale risalente ai tempi di hot rats con una storia fatta di scarpe, cani e profonde suggestioni filosofiche...
Frank Zappa & The Mothers, 27th August 1974, KCET Studios Los Angeles USA
Zappa For President! - Testi commentati
(Arcana Edizioni)
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sabato 22 ottobre 2011
Stink-Foot (in concert, 1974)
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giovedì 6 ottobre 2011
Greggery Peccary
...Dietro la sua scrivania di finto mogano, Greggery si rovella alla ricerca di una nuova moda vincente che “rinverdisca la nostra economia zoppicante, fornendo alla gente annoiata e depressa qualche splendida ‘nuova cosa’ in cui identificarsi”.
Nell’armamentario che lo qualifica non mancano una pipa ad acqua (classico strumento per fumarsi gran quantità di erba senza bruciarsi la gola col fumo) e un’altra icona della controcultura: una copia del Whole Earth Catalog, la pubblicazione di Stewart Brand ricomprendente “tutte le cose utili per uno stile di vita creativa o auto-sostenibile” (nel suo discorso del 12 giugno 2005 all'Università di Stanford, in occasione della consegna delle lauree, Steve Jobs, fondatore della Apple Computer, citerà il Catalogo come esempio ante-litteram di Google, ovvero di una raccolta di informazioni pratiche costruita sulla base delle segnalazioni dei suoi stessi utenti, uno strumento “idealistico e sconvolgente, traboccante di concetti chiari e fantastiche nozioni”. Dall’opera di Stewart Brand, Jobs riprenderà anche il motto “Stay Hungry, Stay Foolish” –siate affamati, siate folli- , come incitamento alla vita).
Discorso di Steve Jobs alla Stanford University (12 giugno 2005)
Whole Earth Catalog - Stay Hungry, Stay Foolish
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Nell’armamentario che lo qualifica non mancano una pipa ad acqua (classico strumento per fumarsi gran quantità di erba senza bruciarsi la gola col fumo) e un’altra icona della controcultura: una copia del Whole Earth Catalog, la pubblicazione di Stewart Brand ricomprendente “tutte le cose utili per uno stile di vita creativa o auto-sostenibile” (nel suo discorso del 12 giugno 2005 all'Università di Stanford, in occasione della consegna delle lauree, Steve Jobs, fondatore della Apple Computer, citerà il Catalogo come esempio ante-litteram di Google, ovvero di una raccolta di informazioni pratiche costruita sulla base delle segnalazioni dei suoi stessi utenti, uno strumento “idealistico e sconvolgente, traboccante di concetti chiari e fantastiche nozioni”. Dall’opera di Stewart Brand, Jobs riprenderà anche il motto “Stay Hungry, Stay Foolish” –siate affamati, siate folli- , come incitamento alla vita).
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sabato 1 ottobre 2011
Wowie Zowie
Zappa registra Wowie Zowie nel marzo del 1966, un pezzo a suo dire “…attentamente costruito per trascinare l’ascoltatore di 12 anni dalla nostra parte.“
In realtà, le liriche zappiane abbondano di riferimenti gergali tesi non tanto a ingraziarsi il pubblico ma, come al solito, a fargli il verso attraverso l’appropriarsi e il rimasticare a proprio uso e consumo di elementi genuinamente POP.
Parte da qua, con questa espressione intraducibile di sorpresa, incastonata in un’altra delle sue classiche stupid love songs, ma riproporrà il ‘trucco’ innumerevoli volte, fino alla casuale (?) apoteosi gergale di Valley Girl.
Sarà una coincidenza ma nel maggio del 1971 nasce a Londra un certo Duncan Zowie Hayward Jones, meglio conosciuto come Zowie Bowie. In un’intervista concessa un paio d’anni dopo a Fan Magazine, Uti Kooffreh si azzarda a chiedere al Duca Bianco “…cosa mai lo avesse posseduto al punto da dare al proprio primogenito il nome Zowie! Lui esitò per un po’, facendomi pensare per un momento di averlo offeso. Poi se ne uscì ridendo: “E’ stato davvero un capriccio!”, ancora ridacchiando tra sè e sè. “Zowie Bowie, era troppo bello per resistere! Se quando è vecchio abbastanza per interessarsi al suo nome non gli piace, può sempre cambiarlo, o adottare un soprannome, per me va bene!”
Indovinate un po’? Appena arrivato ai 12 anni, il rampollo Bowie decide che è meglio farsi chiamare Joey e a 18 opta per un semplice e definitivo (quanto anonimo) Duncan Jones. Quando si dice il peso della fama…
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In realtà, le liriche zappiane abbondano di riferimenti gergali tesi non tanto a ingraziarsi il pubblico ma, come al solito, a fargli il verso attraverso l’appropriarsi e il rimasticare a proprio uso e consumo di elementi genuinamente POP.
Parte da qua, con questa espressione intraducibile di sorpresa, incastonata in un’altra delle sue classiche stupid love songs, ma riproporrà il ‘trucco’ innumerevoli volte, fino alla casuale (?) apoteosi gergale di Valley Girl.
Sarà una coincidenza ma nel maggio del 1971 nasce a Londra un certo Duncan Zowie Hayward Jones, meglio conosciuto come Zowie Bowie. In un’intervista concessa un paio d’anni dopo a Fan Magazine, Uti Kooffreh si azzarda a chiedere al Duca Bianco “…cosa mai lo avesse posseduto al punto da dare al proprio primogenito il nome Zowie! Lui esitò per un po’, facendomi pensare per un momento di averlo offeso. Poi se ne uscì ridendo: “E’ stato davvero un capriccio!”, ancora ridacchiando tra sè e sè. “Zowie Bowie, era troppo bello per resistere! Se quando è vecchio abbastanza per interessarsi al suo nome non gli piace, può sempre cambiarlo, o adottare un soprannome, per me va bene!”
Indovinate un po’? Appena arrivato ai 12 anni, il rampollo Bowie decide che è meglio farsi chiamare Joey e a 18 opta per un semplice e definitivo (quanto anonimo) Duncan Jones. Quando si dice il peso della fama…
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